RICERCA E SVILUPPO
LA RIMOZIONE DEL COLORE CON BIOMASSE FUNGINE

Negli ultimi anni la società FIDIA Engineering Srl di Scanzorosciate (BG), operante da tempo nel settore della depurazione industriale, in collaborazione con il dipartimento di Biologia Vegetale Applicata dell’Università di Torino, presso la Mycoteca Universitatis Taurinensis (MUT), ha studiato la degradazione biologica di alcune tipologie di acque reflue industriali attraverso l’impiego di biomasse fungine e dei loro biocatalizzatori.
La ricerca ha interessato le industrie tessili e conciarie, che generano reflui acquosi fra i più difficili da trattare sia per il considerevole carico idrico e di sostanze organiche sia per la presenza di coloranti di difficile biodegradabilità.
Il rilascio di colore nelle acque depurate con il solo trattamento biologico aerobico “classico” è ancora significativo sia dal punto di vista estetico che perturbativo per la sua tossicità residua.
Recentemente, sono stati fatti diversi studi per individuare approcci biologici innovativi per selezionare nuovi microorganismi atti a degradare o sequestrare inquinanti organici ed inorganici nelle acque reflue industriali.
I FUNGHI
I funghi sono riconosciuti da tempo per la loro capacità di degradare od assorbire un ampio spettro di composti recalcitranti, come anche i coloranti sintetici; tuttavia, la loro potenzialità non ha ad oggi trovato una reale applicazione.
I funghi possono essere impiegati applicando due tecnologie: il bioassorbimento e la biodegradazione.
Gli svantaggi del bioassorbimento risiedono nel costo per la produzione della biomassa e nel fatto che l’inquinante non è distrutto , ma trasferito alla biomassa da smaltire.
La biodegradazione sfrutta invece un pool di microrganismi, oggi principalmente batteri ma si pensa anche ai funghi, per degradare sostanze organiche inquinanti a composti meno tossici fino alla loro mineralizzazione.
Pur in presenza di una ampia ricerca sul tema ci sono poche applicazioni e nella maggioranza dei casi molto semplici, da cui discende che pochi microrganismi sono stati selezionati in condizioni rappresentative nei trattamenti di acque industriali.
LA RICERCA
La difficoltà di selezionare ceppi adatti alle applicazioni scelte (acque tessili e farmaceutiche), scegliendo fra più di 900 tipologie di funghi appartenenti a diverse specie e gruppi eco-fisiologici, ha caratterizzato il primo step di ricerca che ha portato alla scelta finale dei microrganismi da testare. L'ampio studio dei potenziali di bioremediation di svariati ceppi ha portato alla individuazione di alcuni basidiomiceti che presentano promettenti vantaggi nella biodegradazione.
Per verificare il comportamento con reflui reali, FIDIA Engineering Srl sta testando su scala pilota gli organismi selezionati con reflui derivanti da trattamenti di tintura tessile su cotone con presenza di coloranti reattivi unitamente a tutte le sostanze presenti, specialmente sali, con le più svariate condizioni di pH.
TEST SU SCALA PILOTA
I risultati iniziali della sperimentazione di biodegradazione con il basidiomiceto scelto dimostrano la capacità del microrganismo a degradare la maggior parte del colorante presente e a detossificare l’acqua trattata.
Il ceppo testato è capace di resistere a condizioni di pH molto ampie e in presenza di alto tenore salino.
Il trattamento è stato condotto con un fungo immobilizzato su supporto plastico utilizzando una tecnica tipo fluid bed con inezione di aria per compensare il fabbisogno di ossigeno e dare fluidità al sistema.
La decolorazione si è spinta fino all’80% e il fungo risulta rimanere attivo anche in seguito a diversi cicli di trattamento. La versatilità e attività depurativa del microorganismo è largamente dovuta alla produzione di enzimi specifici la cui presenza è stata testata durante le prove effettuate.
FIDIA Engineering Srl ha già in programma una serie di prove per testare la tecnologia su scala semi industriale, avendo come obiettivo principale la decolorazione delle acque tessili e la detossificazione di acque farmaceutiche e conciarie.